Il nuovo business dei cinesi in Italia: Cappuccino e Caffè

 

Oggi, il business preferito dai cinesi  in Italia è il caffè. 

Ma perché investono su caffè e cappuccino? Secondo il giornale cinese i bar cinesi dilagano in Italia  perché molti migranti, a causa della crisi finanziaria, hanno perso il loro lavoro nelle aziende di moda, quindi ripiegano sui bar.

 Il loro obiettivo? Fare soldi in tempi brevi, e con i bar ci riescono.

Un’ espansione partita dal Nord, soprattutto da Milano, e che poi ha caratterizzato tutte le regioni d’Italia. 

I cinesi in Italia non conoscono crisi. Sono lavoratori instancabili, A Milano, in una via qualsiasi, due bar: cinesi dietro i banconi. Più avanti, un parrucchiere e una lavanderia, con riparazioni sartoriali. Cinesi. La pizzeria offre anche piatti etnici di altri Paesi. Cinesi servono al tavolo, in cucina sono loro a spadellare. Non ci sono orari, dalle nove di mattina a tarda sera sempre aperti. Il  bar, poi,  non lo aprono per passione, ma per generare reddito veloce. Più tieni aperto, più incassi. Il caffè ed il cappuccino lo vendi ogni giorno. La consuetudine Italiana della colazione al bar o della pausa caffè aiuta. Nei bar non sono richieste competenze,  è un’attività semplice, gestibile a livello famigliare: giovani coppie vi passano l’intera giornata. I bambini stanno nel retro, i parenti danno supporto. 

Comprano i bar soldi alla mano. Cifre rilevanti, tra licenza e buonuscita all'italiano di turno che vende, in buona parte in nero. L’economia cinese infatti  funziona sempre in contanti.  È tipico che i parenti in Cina affidino a chi espatria i propri risparmi, per farli rendere velocemente. Dall’Italia, poi, parte un fiume di denaro che ritorna in Cina. Nelle campagne cinesi un operaio guadagna 100, 150 euro al mese. Da noi circa 1.000. In un bar anche 2000. I soldi che il cinese non spende, vivendo con poco all’interno della propria comunità, li invia a casa. E con quelli i parenti investono in nuove attività, magari altri bar in altre città. Acquistare una bar in contanti non implica di per sé illegalità. Ma il nero c’è. A cominciare dalle buonuscite extra per l’italiano che vende, che non figurano e non vengono tassate, all’esistenza di un circuito economico parallelo nella comunità cinese, non è da escludere che ci siano banche clandestine nel retro di altre attività. Prestiti di soldi dalla mafia cinese. Questo è un approccio economico diverso da quello che si è instaurato in Italia. Da noi le imprese hanno un approccio finanziario e speculativo, nascono coinvolgono le banche, che non a caso sono quelle che alla fine guadagnano sempre anche in tempi di crisi.

In ultimo, i cinesi  non lasciano ricchezza in Italia, nemmeno con il personale,  perché assumono solo altri cinesi all’interno delle loro comunità. Solitamente, schiavi cinesi. O al massimo ripiegano più furbescamente su romeni  e africani, anch'essi schiavi, ma che rendono i loro locali meno individuabili come ‘cinesi’.

La presenza di immigrati degrada il mercato del lavoro. Ci stiamo cinesizzando: pochi ricchi e tanti schiavi.

Da anni si ripete che i cinesi si stanno comprando l'Italia, sia a livello di grandi società, che nell'ambito del piccolo commercio, finendo per quello che di più italiano è, ossia il caro e vecchio bar. Insomma, probabilmente tante leggende su bar cinesi  continueranno a circolare,  o forse  non sono poi così tanto leggende.... ma finché i vecchi gestori italiani continueranno a vendere, è certo che tra i migliori  acquirenti ci saranno sempre loro.