Capsule compostabili. Spiegamo il processo di compostabilità

Proponiamo un approfondimento interessante rispetto al tema molto discusso della sostenibilità e il problema del riciclo, dal sito tesionline.it. Si parla del processo di compostaggio e anche della biodegradabilità. Argomenti piuttosto complesso per la degradazione dei materiali polimerici come le capsule per espresso  che vanno sempre tenuti sotto controllo e aggiornati.

Il compostaggio è definito anche riciclo organico aerobio, una definizione utilizzata per riciclare i materiali polimerici. Quello che si ottiene alla fine dei processi di degradazione è il compost ed è quello a cui normalmente è sottoposta la frazione organica dei rifiuti urbani, l'umido per intenderci. Queste  sostanze organiche vengono trasformate in acqua H2O e CO 2 e calore. 

Ma qual' è il processo ?

I rifiuti organici vengono accumulati negli impianti dove i microrganismi, presenti naturalmente nei rifiuti, biodegradano in presenza di aria le sostanze organiche; così producendo anidride carbonica, acqua, compost e calore.

Negli impianti industriali, il compost viene prodotto attraverso un processo che riproduce quanto già avviene normalmente in natura ma accelarandolo, infatti il  calore prodotto non si disperde facilmente e causa un incremento di temperatura  accelera la reazione di degradazione.

Quando si parla di compostaggio bisogna tenere presente che compostabilità e biodegradabilità sono due concetti affini ma non coincidenti.  Infatti una  sostanza può essere sicuramente biodegradabile, ma non compostabile, e può essere anche compostabile ma non biodegradabile.

Che significa tutto questo?

Affinché si parli di compostabilità la sostanza deve essere biodegradabile in quel determinato ambiente: infatti non è detto che una sostanza che è biodegradabile in un impianto anaerobico lo sia anche in uno di compostaggio. Viceversa per essere compostabile non basta che si degradi, servono delle altre caratteristiche, in particolare la compostabilità (e quindi riciclabile tramite compostaggio aerobico o anaerobico).

Secondo le norme, le caratteristiche che un materiale plastico compostabile (ossia biodegradabile in presenza di batteri naturali e alte temperature) deve avere sono le seguenti:

• Biodegradabilità: la capacità del materiale di essere bioconvertito a CO 2. Con un grado di conversione di almeno il 90% in 6 mesi.

• Disintegrabilità: la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale (assenza di contaminazione visiva) a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale deve essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm. Se biodegrada, ma non passa attraverso la disintegrazione, quindi se dopo tre mesi c’è soltanto il 50% frammentato, allora non è compostabile.

• Assenza di effetti negativi sul processo di compostaggio (verificata con una prova di compostaggio su scala pilota).

• Bassi livelli di metalli pesanti (al di sotto di valori massimi predefiniti). Nonché assenza di effetti negativi sulla qualità del compost (es.: riduzione del valore agronomico e presenza di effetti ecotossicologici sulla crescita delle piante). Una prova di crescita di piante è eseguita su campioni di compost dove è avvenuta la degradazione del materiale di prova. Quindi non si deve evidenziare alcuna differenza con un compost di controllo.

• Altri parametri chimico-fisici che non devono cambiare (o comunque si devono mantenere entro i limiti stabiliti) dopo la degradazione del materiale in esame sono: pH, contenuto salino, concentrazione di solidi volatili e concentrazione di N, O, Mg e K.

Ciascuno di questi requisiti è necessario per la definizione della compostabilità .

In parole povere un prodotto biodegradabile solitamente si decompone del 90% entro 6 mesi, mentre un prodotto compostabile si disintegra totalmente in meno di 3 mesi.

Per concludere un aspetto fondamentale riguarda la certificazione dei materiali biodegradabili o compostabili, secondo la normativa europea EN 13432. I due principali enti certificatori utilizzati in Italia sono il TÜV Austria ed il Consorzio Italiano Compostatori.