Una breve guida al consumo intelligente e consapevole del caffè. Evitando gli effetti negativi che può comportare l’assunzione eccessiva di caffeina. E imparando a cogliere i segnali che rendono consigliabile una riduzione delle dosi.
Gli italiani amano bere il caffè a casa, al bar o presso amici e parenti.
Solitamente lo si consuma alla mattina appena svegli e dopo pranzo. Ma c’è chi se lo concede anche a metà mattinata, nel pomeriggio o, ancora, dopo cena.
L’abitudine della maggioranza delle persone, specialmente noi italiani, è quella di bere una bella tazzina di caffè al risveglio. In realtà, secondo il parere di Lyndi Cohen, sarebbe meglio attendere metà mattinata per concedersi l’amata bevanda. Secondo la nutrizionista di Sydney, infatti, appena svegli non ne abbiamo realmente bisogno. Questo perché i livelli di cortisolo sono al culmine, mentre tendono ad abbassarsi dopo qualche ora. Bere caffè intorno alle 10/11 del mattino è quindi preferibile per sfruttare al meglio le caratteristiche energizzanti della bevanda.
Abbiamo già parlato in diversi articoli che la dose consigliata di assunzione di caffè è quella delle 4 tazzine al giorno, dei benefici del decaffeinato ecc. ma aimè a molte persone non è facile sfuggire ad ingerire troppa caffeina, che in alcuni casi può provocare degli effetti negativi sulla salute. Qui ci soffermiamo sui i segnali di allarme che il nostro corpo invia quando se ne assume troppo.
Troppa caffeina stimola il sistema nervoso centrale e blocca i ricettori di adenosina, scatenando un aumento di adrenalina, dopamina e dopammato. Questo mix può causare sensazioni di ansia, nervosismo, irritabilità e rabbia, oltre ad aumentare il battito cardiaco, quando si avvertono sintomi del genere, il passaggio al decaffeinato può essere d’aiuto.
È stato dimostrato, inoltre che troppo caffè ha un effetto diuretico e lassativo su circa il 30% delle persone. Chi ne consuma troppo può avvertire un aumento della frequenza urinaria, rischiando così di disidratare l’organismo. Il consiglio dagli esperti è quello di aggiungere uno snack salutare alla tazzina di espresso, così da rallentare “il passaggio della bevanda attraverso lo stomaco e il tratto digestivo verso la vescica”.
La caffeina è fra le prime tre cause di contrazione delle palpebre. E, qualora il corpo inviasse tale segnale, bisognerà eliminarne il consumo e aumentare invece l’apporto di acqua. Infine, notoriamente il caffè può provocare disturbi del sonno e rendere più difficile l’addormentarsi: in questo caso, il consiglio generale è quello di non berne più dopo le 16, o almeno 6 ore prima di andare a letto.
In alcuni soggetti si scatenano le cefalee, in altri l’utilizzo dell’alcaloide caffeina riduce al contrario l’emicrania, grazie alla vasocostrizione da esso indotta che da vita ad un effetto
analgesico ancor più potenziato se assunto in contemporanea con farmaci anti-infiammatori.
Allora ribadiamo che la dose consigliata, tenendo bene a mente però che il consumo per un soggetto adulto sano, come indicato dalla stessa EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare) sarebbe grosso modo l’equivalente di tre- quattro tazzine di caffè espresso giornaliere, da equiparare all’eventuale consumo di 6 tazze di tè, nonché di 10 lattine di coca cola, o ancora al consumo di 8 tazze di cioccolata calda ed all’ingestione di circa 400 gr di
cioccolata extrafondente.